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PREFAZIONE DELL’ ANNOTATORE.


Nel dar opera a questo mio lavoretto, qual che esso si sia, ebbi solo in animo di far cosa utile agli studiosi di nostra lingua, i quali senza dover del continuo rivolger le pagine dei Vocabolari, potessero a tutto loro agio trovar dichiarate le maniere e le finezze del toscano parlare, di che cotanto è ricco il Morgante; chè ad ogni piè sospinto ne vien fatto d’abbattersi a modi e a proverbi tutti di molta grazia e vaghezza ripieni, e propri della fiorentina favella, e però, massime a’ non Fiorentini, di non facile intelligenza. Ed in tale intendimento, intorno alla parte filologica precipuamente mi son travagliato, contentandomi del resto a dilucidar quelle cose risguardanti la erudizione, che meno alla comun portata dei leggitori reputava che fossero. Nè ho stimata opera vana il trattenermi eziandio sulle etimologie delle voci, imperocchè, sebbene ciò sia giudicato da molti inutil fatica di gretto e sterile ingegno, ei non si potrà tuttavolta negare che non sia per riuscir proficuo agli studiosi delle filologiche discipline il considerare le alterazioni che una medesima voce soffre passando d’una in un’altra lingua, dal che si viene a comprendere l’attinenza che le diverse lingue hanno fra loro. Ed oltre a ciò, è duopo considerare che queste secchezze delle etimologie non isdegnarono i nostri maggiori, anzi molto vi fatica-