119 Traditor, rinnegato, micidiale,
Piglia del campo, con un grido disse.
Orlando a Vegliantin fe metter l'ale;
Poi si voltava, e l’aste in basso misse,
Ch’era un abete saldo e naturale,
Qual tolse alla città, prima partisse;
E giunse con la lancia dura e grave
Nel petto a quel, che gli parve una trave.
120 E disse allor: Che diavol fia, Macone!
Questo mi pare un albero di fusta. 16
La lancia resse alla percussione,
Perch’era dura e grossa e molto giusta;
Ma regger non potè quel compagnone,
Nè la sua alfana, benchè sia robusta:
Dunque fu il colpo di tanta bontade
Che Salicorno e l’alfana giù cade.
121 La figliuola del re, che vide questo,
Fra sè disse: Un miracolo ho veduto.
E ’l gran gigante feroce e rubesto
Disse a Orlando: Tu non m’hai abbattuto:
(E saltò della sella in terra presto)
Vedi che staffa non ebbi perduto;
È stato sol difetto dell’alfana,
E la tua lancia fu molto villana.
122 Rispose Orlando: Stu non se’ ben chiaro,
Io ti potrei col brando chiarir tosto;
A ogni cosa troverrem riparo.
Disse il Pagan: Per Dio, s’io mi t’accosto,
Io ti farò costar quel colpo caro.
Diceva Orlando: E pagherai tu il costo.
E Durlindana sua fuori ha tirata,
E Salicorno ha la mazza ferrata.
123 Qui si comincia a sentir vespro e nona,
Qui le dolenti note cominciorno,
Qui innanzi mattutin già terza suona,
Qui non si posan le mosche d’intorno;
Qui sanza balenar l’aria rintruona,
Qui purga i suoi peccati Salicorno:
Qui si vedrà chi saprà di schermaglia,
Qui mostra Durlindana s’ella taglia.