84 Era del re Falcon costui nipote,
E Calandro per nome si diceva;
Le chiome sparse e le pulite gote
Vide, e con seco menar la voleva;
La fanciulla gridava quanto puote:
Terigi presto alle grida correva,
Ed accostossi per torla al Pagano,
Ma fugli dato un colpo assai villano;
85 Tanto che cadde sbalordito in terra.
Orlando intanto e l’oste era là corso,
E Durlindana con grand’ira afferra,
Che mai non furiò sì tigre o orso:
Un manrovescio a Calandro diserra,
Che lo tagliò nel mezzo come un torso,
E Macometto nel cader giù chiama;
Così per forza lasciò andar la dama.
86 Eran con lui parecchi schiere armate:
Corrono addosso subito ad Orlando;
Ma poi ch’assaggion delle sue derrate,
Ognuno a drieto si viene allargando.
Fur le novelle al re Falcon portate:
Vennene all’oste, e venía domandando:
Che cosa è questa? chi Calandro ha morto?
Fugli risposto: E’ non gli è fatto torto.
87 Orlando al re parlò discretamente:
Sappi ch’io l’uccisi io, santa corona;
Una fanciulla di nobile gente,
Ch’io ho con meco onesta e cara e buona,
Volea con seco menar quel dolente,
E fargli villania di sua persona,
E strascinava quella a suo dispetto:
Or tu se’ savio, il caso in te rimetto.
88 So che sicura vuoi che sia la strada,
E non si sforzi ignun per nessun modo,
Ma che sicuro dì e notte vada.
Rispose il re Falcon: Troppo ne godo;
Rimetti, cavalier, drento la spada,
Di quel c’hai fatto io ti ringrazio e lodo:
Giustizia sempre amai sopra ogni cosa,
Questa è nipote mia, figliuola, e sposa.