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364 il morgante maggiore.

74 Ove se’ tu, dicendo, fratel mio?
     Ove lasciato m’hai così meschino?
     Ove vai tu? perchè non son teco io?
     Ove mi guidi, mio buon Vegliantino?
     Ove capiterem? questo sa Dio:
     Ove, o in qual parte fia nostro cammino?
     Ove guido costei per questi boschi?
     Ove troviam qualcun che la conoschi?

75 Io maladico la fortuna ria,
     Io maladico Persia e l’Amostante,
     Io maladico la disgrazia mia,
     Io maladico la gente affricante;
     Io maladico il soldan di Soria,
     Io maladico Antea che volle amante,
     Io maladico Amor che n’è cagione,
     Io maladico il nostro Ganellone.

76 Sentendo la fanciulla lamentare
     Orlando, gran pietà gli venía al core,
     Dicendo: Lasso, non ti disperare,
     Raccomándati a Dio giusto Signore,
     Che non ci voglia così abbandonare.
     Orlando disse: Dama, per mio amore,
     Cavalca innanzi un po’ col mio scudiere,
     Ch’io vo’ soletto alquanto rimanere.

77 Terigi e la fanciulla s’avvioe;
     Orlando allor di Vegliantino scese
     E in terra nella via s’inginocchioe,
     Le braccia al cielo umilmente distese,
     E ’l suo Gesù, come solea, adoroe,
     E la sua Madre, che in qualche paese
     Lo conducessi fuor di quel burrone;
     E in questo modo fu la sua orazione:

78 O sommo Padre giusto onnipotente,
     O Vergine, in cui sol sempre sperai,
     O Redentor della cristiana gente;
     Io non mi leverò di terra mai,
     Se prima non m’allumini la mente,
     Là dove il mio cugin condotto l’hai,
     O s’egli è vivo o morto o incarcerato,
     O sano o infermo, o dove e’ sia arrivato.