49 Noi abbiam per un deserto camminato,
Dove pan non si truova nè farina,
E so che ’l mio compagno anco è affamato,
Ch’era a caval, pensa chi a piè cammina:
Abbiam sanza vigilia digiunato,
Chè ci partimmo per tempo ier mattina.
Il Veglio apparecchiar facea vivande,
E fece lor onor subito, e grande:
50 E stanno così insieme a riposarsi.
Or ritorniamo ov'io lasciai Antea,
Ch’a Montalban cominciava appressarsi;
Tanto che un giorno alle mura giugnea,
E con sua gente comincia accamparsi:
E poi mandò, come Gan gli dicea,
Un messaggier di subito al castello
Al buon Guicciardo e l’altro suo fratello.
51 Il messo andò colla 'mbasciata in fretta,
E disse, come del Soldan la figlia
Era venuta con molta sua setta;7
E che non abbin di ciò maraviglia,
Però che questo è fatto per vendetta
Del lor fratel contro alla sua famiglia:
Che mandin giù le chiavi del castello,
O vengan sopra il campo a salvar quello.
52 Guicciardo a quel messaggio rispondea,
Che non sa che vendetta o che cagione
A quest'impresa commossa abbi Antea,
E che restava pien d’ammirazione.
E che le chiavi ch’ella gli chiedea
Gli porterebbe lui sopra l’arcione,
Per dargliel colla punta della lancia,
Chè così era il costume di Francia.
53 Tornò il messaggio, e fece la ’mbasciata;
Della qual cosa Antea seco sorrise:
Guicciardo con Alardo e sua brigata
L’altra mattina ognun l’arme si mise,
E tutta fu la terra rafforzata,
E con le sbarre le strade ricise;
E vennono in sul campo armati in sella,
Dove aspettava la gentil donzella.