39 Disse Rinaldo: In ogni modo voglio,
Che tu ti vesta tutta tua armadura,
Chè altrimenti combatter non soglio:
Vedren come al mio brando sarà dura;
E forse ti farò giù por l’orgoglio,
E più il Soldan non istarà in paura:
Armossi il Veglio allor di tutta botta
Di pelle di serpente dura e cotta.
40 E tolse per ispada un mazzafrusto6
Con tre palle di piombo incatenate,
Ferrato, nocchieruto, grave e giusto,
E ritornò a Rinaldo immediate;
E disse: Io ti farò mutar di gusto,
Come tu assaggi di queste picchiate;
Chè, s’io t’accocco una palla di piombo,
Di Babillona s’udirà il rimbombo.
41 Ma vo’ che tu mi dica, se ti piace,
Il nome tuo e se tu se’ Pagano,
Poi che tu parli sì superbo e audace,
E vuoi far le vendette del Soldano.
Disse Rinaldo: Ciò non mi dispiace;
Io sono il gran signor di Montalbano,
E per amor d’Antea vengo a ammazzarti,
Chè lo farò, pria che da te mi parti.
42 E so che per la gola, Veglio, menti,
Ch’alla battaglia vincessi colei;
Non sette come te co’ tuoi parenti:
Oltre, io ti sfido per amor di lei;
Ed hogli fatti mille sacramenti,
Che sanza il capo tuo non tornerei;
E nel partir mi donò questa stella
D’una sua vesta ch’avea molto bella:
43 Ed io gli donerò, per cambio a questo,
Il capo tuo, malvagio traditore.
Turbossi il Veglio nella fronte presto,
Quand’e’ sentì chi era quel signore,
E se fussi il partirsi stato onesto,
Si dipartia, sì gli tremava il core;
Ma per vergogna il mazzafrusto alzoe,
E con Rinaldo la zuffa appiccoe.