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346 il morgante maggiore.

107 Questo pastor sopra Baiardo arranca,
     Come vide Rinaldo addormentato;
     Vede Rinaldo che ’l destrier gli manca,
     Che si destò, perch’egli avea sognato,
     Ch’un gran lion l’avea preso per l’anca;
     E disse: Or son io ben male arrivato!
     E ’l me’ che può soletto ne va a piede,
     Perchè Baiardo e ’l pastor non rivede.

108 Questo pastor n’andò a una città,
     Dove il Soldan teneva il suo tesoro:
     Il mastro giustizier, che quivi sta,
     Vide il cavallo a quell’uom grosso e soro,18
     E quel che ne volea domandato ha:
     Costui chiedea trecento dobbre19 d’oro;
     Onde e’ rispose: Io vo’ veder provallo;
     E quel pastor di spron dette al cavallo.

109 Baiardo conosceva a chi egli è sotto:
     Subitamente prese in aria un salto
     Onde il pastor, che all’arte non è dotto,
     Si ritrovò di fatto in su lo smalto,
     E del petto due costole s’ha rotto.
     Il giustizier, che ’l vide levare alto,
     Disse al pastor: Questo è pel tuo peccato,
     Ch’io so che questo cavallo hai imbolato.

110 Poi gli fece i danari annoverare.
     Or ritorniamo a Rinaldo, ch’andava
     Sanza saper dov’egli abbi arrivare,
     E Ricciardetto ed Ulivier chiamava:
     A questo modo vi vengo aiutare?
     Quando d’Orlando si rammaricava:
     Dove lasciato t’ho, cugin mio buono,
     Nel bosco, e io dove arrivato sono?

111 Carlo Magno, ben sarai contento,
     O Ganellon, bene arai allegrezza,
     O Chiaramonte, il tuo rigoglio è spento,
     O Montalban, tu tornerai in bassezza;
     O buon Guicciardo, dove è il tuo ardimento?
     O donna mia, dov’è tua gentilezza?
     O caro Astolfo mio, come farai?
     Omè, Rinaldo, che via piglierai?