2 Pareva Antea mill’anni di vedere
Rinaldo, ed Ulivieri, e ’l conte Orlando,
E Ricciardetto sì buon cavaliere;
E tuttavolta si viene assettando:
Della sua gente ordinava tre schiere
Forniti d’arme e di lancia e di brando,
E dal Soldan facea la dipartita,
E finalmente in Persia ne fu ita.
3 Nè prima giunse in su la piazza questa,
Ch’una lancia pigliò con gran fierezza,
Mosse il cavallo, e poi la pose in resta,
Ruppela in terra con gran gentilezza;
E mentre che ’l caval furia e tempesta,
Volselo in aria con tanta destrezza,
Che non lo volse mai sì destro Ettorre;
E ’l popolo a furor là a veder corre.
4 Rinaldo, che vedea dalla finestra,
Maravigliossi troppo di quell’atto,
E disse: Donna mai vidi sì destra,
Nè cosa più mirabil ch’ella ha fatto:
Questa è pur d’ogni cosa la maestra.
Orlando ne pareva stupefatto,
E vanno tutti incontro alla donzella,
Ed evvi Luciana e Chiariella.
5 E giunti appresso alla gentil Pagana,
Ognun la salutò con grand’onore;
Ella rispose in lingua soriana
Cose che tutti infiammava nel core;
E in mezzo a Chiariella e Luciana
Menata fu nel palazzo maggiore,
E in una ricca sedia a seder posta;
Poi fece in questo modo la proposta.
6 Quel primo Dio che fece cielo e terra,
E la natura, e stelle, e sole, e luna,
Ed a sua posta l’abisso apre e serra,
E fa, quando e’ vuol, l’aria chiara e bruna,
E che, pietoso e giusto, e mai non erra,
Benchè ciascun pur gridi alla fortuna;
Salvi e mantenga il mio padre Soldano,
E ’l buon Rinaldo e ’l Senator Romano: