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320 il morgante maggiore.

94 E guardi e salvi ciascun Saracino,
     E spezialmente que’ del gran Soldano;
     E viva Trivigante ed Apollino,
     E sia distrutto ogni fedel cristiano;
     E sopra tutti Orlando paladino,
     E ’l superbo signor di Montalbano,
     Astolfo, col Danese, ed Ulivieri,
     E Carlo, e Francia, e tutti i cavalieri.

95 Rinaldo non potè più tanto orgoglio
     Sofferir del Pagan bestiale e matto,
     Che par che gli abbi trovati tra l’oglio;
     Disse a Orlando: Io vo’ fare un bel tratto,
     Ch’io so punire i pazzi, quand’io voglio:
     Vedrem come a saltar costui fia adatto,
     O com’egli abbi la persona destra.
     E ’n piazza lo gittò d’una finestra.

96 La novella al Soldan n’andò di volo;
     Donde il Soldan si duol molto aspramente,
     E minacciava apparecchiar lo stuolo,
     E la città assediar con la sua gente;
     Veggendol la sua figlia in tanto duolo,
     Diceva: La ragion ti reco a mente,
     Che non dovea però il tuo barbassoro
     Parlar come si dice in concestoro.

97 Per quel ch’io intendo, e’ disse cose strane;
     Se vuoi che la ’mbasciata da tua parte
     Udita sia dalle gente cristiane,
     Non ti bisogna altro messaggio o carte:
     Lascia andar me, che con parole umane
     Dirò con miglior modo e miglior arte;
     E so ch’io tornerò con la risposta.
     Donde il Soldan rispose: Va’a tua posta.

98 Questa fanciulla udito avea per fama
     Rinaldo nominar molto in Soria;
     E perchè le virtù molto quella ama,
     S’innamorò della sua gagliardia.
     Or s’alcun vuol saper come si chiama,
     Quantunque il barbassor detto l’avia,
     Replicheren ch’ell’avea nome Antea,
     E tutte sue bellezze eran di dea.