94 E guardi e salvi ciascun Saracino,
E spezialmente que’ del gran Soldano;
E viva Trivigante ed Apollino,
E sia distrutto ogni fedel cristiano;
E sopra tutti Orlando paladino,
E ’l superbo signor di Montalbano,
Astolfo, col Danese, ed Ulivieri,
E Carlo, e Francia, e tutti i cavalieri.
95 Rinaldo non potè più tanto orgoglio
Sofferir del Pagan bestiale e matto,
Che par che gli abbi trovati tra l’oglio;
Disse a Orlando: Io vo’ fare un bel tratto,
Ch’io so punire i pazzi, quand’io voglio:
Vedrem come a saltar costui fia adatto,
O com’egli abbi la persona destra.
E ’n piazza lo gittò d’una finestra.
96 La novella al Soldan n’andò di volo;
Donde il Soldan si duol molto aspramente,
E minacciava apparecchiar lo stuolo,
E la città assediar con la sua gente;
Veggendol la sua figlia in tanto duolo,
Diceva: La ragion ti reco a mente,
Che non dovea però il tuo barbassoro
Parlar come si dice in concestoro.
97 Per quel ch’io intendo, e’ disse cose strane;
Se vuoi che la ’mbasciata da tua parte
Udita sia dalle gente cristiane,
Non ti bisogna altro messaggio o carte:
Lascia andar me, che con parole umane
Dirò con miglior modo e miglior arte;
E so ch’io tornerò con la risposta.
Donde il Soldan rispose: Va’a tua posta.
98 Questa fanciulla udito avea per fama
Rinaldo nominar molto in Soria;
E perchè le virtù molto quella ama,
S’innamorò della sua gagliardia.
Or s’alcun vuol saper come si chiama,
Quantunque il barbassor detto l’avia,
Replicheren ch’ell’avea nome Antea,
E tutte sue bellezze eran di dea.