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308 il morgante maggiore.

34 Rinaldo un tratto Frusberta riserra,
     Per dare al conte Orlando in sulla testa:
     Orlando si scostò, donde il brando erra,
     E cadde in basso con tanta tempesta,
     Che si ficcò più d’un braccio sotterra:
     Pensa se fatto gli arebbe la festa,
     E se fu grande il furore e la rabbia,
     Ch’appena par che la spada riabbia.

35 Orlando allor se gli scagliava addosso,
     E grida: Or potre’ io, come tu vedi,
     Tagliarti colla spada insino all’osso;
     Poi che tu ha' confitto il brando a’ piedi:
     Ma basta che tu intenda sol ch’io posso,
     Ch’io non son traditor, come tu credi.
     Disse Rinaldo: Ogni ragion hai tue,
     E che sia traditor mai dirò piue.

36 Era già sera, e ’l Sol verso la Spagna
     Nell’ocean tuffava i suoi crin d’oro,
     E Chiariella graziosa e magna
     Benignamente parlava a costoro:
     Perchè e’ si fa già bruna ogni campagna,
     Ponete fine a sì fatto martoro;
     E per mio amor, così vo’ che si segua
     Che venti dì facciate insieme triegua.

37 E l’uno e l’altro rimase contento.
     Diceva Chiariella: Al mio parere,
     Non vidi mai più a uom tanto ardimento,
     Nè mai più penso a’ miei giorni vedere;
     Io triemo tutta, quando io mi rammento
     De’ colpi fatti e del vostro potere:
     E perchè tanta virtù si conservi,
     Ho chiesto triegua e vo’ ch’ognun l’osservi.

38 Rinaldo si tornò col suo Balante
     Al padiglione, e la sua Luciana
     Gli trasse l’arme, ch’avea messe avante.
     Orlando torna alla città pagana:
     E Chiariella disse all’Amostante,
     Che gli pareva oltre ogni cosa umana
     Quel ch’avea fatto in sua presenzia Orlando,
     Dicendo: Quanto so, tel raccomando.