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300 il morgante maggiore.

NOTE.

5. facci tanta sosta. Indugi cotanto.

8. mitera. Quel berrettone di foglio che ponevasi anticamente in testa a’ condannati alla frusta, asino, o berlina. — penace. Che dà pena.

9. Malfusso. Il Vocabolario non ha questa voce. Credo sia formata, per ischerzo, da malo e fuso, quasi dicesse malvagio fuso, appropriato ad uomo per la sua struttura che ha una certa similitudine con quell’istrumento lungo e diritto, e alquanto corpacciuto nel mezzo, che si chiama fuso; e fuso si dice similmente del fusto di una colonna, o simile cosa. — mecco. Adultero, dal latino mœchus. — Ecco. Eco, ninfa figliuola dell’aria e della terra. Avendo imprudentemente sparlato di Giunone, fu da quella obbligata a non dover se non ripetere le ultime sillabe di quei che la interrogavano. Spregiata da Narciso, si ritrasse ad abitar per selve e montagne, finchè per lungo piangere disseccata, rimase conversa in rupe. Vedi Metamorfosi, Libro III.

12. insala. Acconcia con buon modo e accortamente.

37. rinflora. Rifiorisce: intendi l’onore del sangue, cioè della schiatta di Marsilio.

41. e parte. E insiememente, nel medesimo tempo.

44. Quattro elementi. Credevasi in antico che gli elementi di tutte le cose fossero quattro: aria, acqua, terra e fuoco.

45. salamandra. Specie di lucertola simile al ramarro, pezzata di nero e di giallo, alla quale è stata dagli antichi attribuita la proprietà di vivere in mezzo alle fiamme.

53. besso. Sciocco.

62. Deiopeia. Una delle quattordici Ninfe che accompagnavano Giunone. Fu da questa dea promessa in moglie a Eolo, se egli avesse distrutta la flotta d’Enea. (Virgilio, Eneide, Libro I.) Era figliuola di Nereo e di Dori.

64. Il delfin v’è ec. Imitazione dantesca:

Come i delfini, quando fanno sogno,
A’ marinar con l’arco della schiena
Che s’argomentin di campar lor legno.
                    Inferno. XXII.


69. Quando prima Argo. La nave degli Argonauti, nocchiero della quale era Tifi.

70. Cimoto. Cimotoe figliuola di Nereo e di Dori. Il suo nome significa corso de’ flutti. — Glauco. Divinità marittima; in origine pescatore di Antedone nella Beozia. — Esaco. Figliuolo di Priamo e di Aresbe o della ninfa Alixotoe. Innamorato della ninfa Espera, fuggì di Troja con essa, la quale essendogli morta del morso di un serpente, fu preso da tanto dolore che gittossi nel mare; ma Teti, rattenendolo a mezzo della caduta, lo trasformò in uno smergo. Dotto nell’interpetrare i sogni, allorchè Ecuba sua matrigna essendo gravida di Paride sognò di partorire una fiaccola che tutta Troja incendiava, le predisse come quel figliuolo che doveva nascer di lei, avrebbe arrecato l’eccidio a quella città. Ovidio, Metamorfosi, Libro XI.

73. ghezzo. Ghezzo significa propriamente nero, da niger, nigri, nigricius, negricius, negrezzo, grezzo, ghezzo. Così il Menagio. S’adopera anche, come in questo luogo, per indicare i popoli detti Mori, de’ quali si dice anche i Negri, i Mori.

74. Vedevasi il castor ec. È usanza di questo animale che quando si vede inseguito dal cacciatore, si strappa coi denti i testicoli, quasi sapesse che solo per ottener l’umore in essi racchiuso (che è il muschio) il cacciator lo persegue.

75. E ’l liocorno. Unicorno; animale che ha un sol corno e dritto in fronte. Credevasi che ei si prendesse assai diletto delle donzelle vergini, e che nelle braccia di quelle si addormentasse, dove agevolmente i cacciatori così addormentato pigliavanlo. Vedi Plinio e altri, e le Opere diverse di Francesco Sacchetti. I Greci lo chiamavano con egual nome μονόκερως.

89. magnalmo. Magnanimo.