38 Diceva la fanciulla a Balugante:
O Balugante, io vo’ che meco vegna
Con questa gente ch’io meno in Levante,
Acciò che sia quest’opera più degna.
Egli rispose: Pel mio Trivigante
Volentier ne verrò sotto tua insegna.
Così furno ordinati prestamente
Ventimila a caval di buona gente.
39 Così la dama da Marsilione
Si dipartì co’ cavalieri armati;
E per insegna nel suo gonfalone
Eron due cuori insieme incatenati;
E portò seco un ricco padiglione,
Del qual saranno assai maravigliati,
Chè non si vide mai simile a quello,
Tanto era lavorato, ricco e bello.
40 E ’n pochi giorni volava la fama
Al prenze, come vien la damigella;
Subitamente molti baron chiama,
E fece i principal montare in sella,
E così incontro n’andarno alla dama:
Rinaldo, come appariva la stella,
Dicea: Rinato è Cristo veramente,
Ch'apparita è la stella in Oriente.
41 Giunse la donna, e ’n terra è dismontata;
Della qual cosa Rinaldo si duole,
Chè la sua gentilezza è superata;
Dismonta presto, e con destre parole
Si scusa, e parte8 la fanciulla guata,
Come sta fissa l’aquila nel sole;
E dèi pensar che la dama il saluta,
E ch’e’ rispose: Tu sia ben venuta.
42 Rimontati a caval, tutti n’andorno
Nella città con festa e con onore;
E poi ch’al gran palagio dismontorno,
Disse la dama: O mio caro signore,
Io t’ho arrecato un padiglione adorno,
Il qual sempre terrai per lo mio amore:
Con le sue mani l’ha fatto Luciana,
Contesto d’oro e seta soriana.