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canto primo. 11

49 E fer la via da que’ giganti morti;
     Orlando con Morgante si ragiona:
     Della lor morte vo’ che ti conforti,
     E poi che piace a Dio, a me perdona;
     A’ monaci avean fatto mille torti,
     E la nostra Scrittura aperto suona:
     Il ben remunerato, e ’l mal punito;
     E mai non ha questo Signor fallito.

50 Però ch’egli ama la giustizia tanto,
     Che vuol, che sempre il suo giudicio morda
     Ognun, ch’abbi peccato tanto o quanto;
     E così il ben ristorar34 si ricorda,
     E non saria sanza giustizia santo:
     Adunque al suo voler presto t’accorda,
     Chè debbe ognun voler quel che vuol questo,
     Ed accordarsi volentieri e presto.

51 E sonsi i nostri dottori accordati,
     Pigliando tutti una conclusione,
     Che que’ che son nel ciel glorificati,
     S’avessin nel pensier compassione
     De’ miseri parenti che dannati
     Son nello inferno in gran confusione,
     La lor felicità nulla sarebbe:
     E vedi, che qui ingiusto Iddio parrebbe.

52 Ma egli hanno posto in Gesú ferma spene,
     E tanto pare a lor, quanto a lui pare35;
     Afferman, ciò ch’e’ fa, che facci bene,
     E ch’e’ non possi in nissun modo errare:
     Se padre o madre è nell’eterne pene,
     Di questo non si posson conturbare;
     Chè quel che piace a Dio, sol piace a loro:
     Questo s’osserva nello eterno coro.

53 Al savio suol bastar poche parole,
     Disse Morgante: tu il potrai vedere,
     De’ miei fratelli, Orlando, se mi duole,
     E s’io m’accorderò di Dio al volere,
     Come tu di’ che in ciel servar si suole:
     Morti co’ morti35; or pensian di godere;
     Io vo’ tagliar le mani a tutti quanti,
     E porterolle a que’ monaci santi.