68 Rinaldo, che gli avea donato il core,
Ben poteva il caval donare a quella:
Trovossi un fornimento al corridore;
Rinaldo addosso gli pose la sella,
E lasciossi trattar dal suo signore,
Come si mugne una vil pecorella:
Poi vi montava, e preso in man la briglia,
Gli fe far cose che fu maraviglia.
69 Un giorno ancora insieme dimoraro,
Ch’Amor pur lo tenea legato stretto,
Poi da Marsilion s’accommiataro;
Marsilio consentirgli fu costretto,
Quando sentì d’Orlando il caso amaro,
E ciò ch’aveva gli offerse in effetto:
La damigella sospirò alquanto
Dinanzi al padre, ma poi fe gran pianto.
70 Ed ogni giorno con seco piangea,
Ch’era già tutta di Rinaldo accesa;
Ventimila baron gli profferea
Dovunque egli volessi a sua difesa;
E ringraziata Rinaldo l’avea,
E nel partir molto il suo cor palesa:
Quando fia tempo, disse, per lor mando,
E sempre, dama, a te mi raccomando.
71 Passoron tutta la Spagna costoro,
Ed arrivorno un giorno in un gran bosco;
Gente trovorno ch’avean gran martoro;
Dicea Rinaldo: Nessun ci conosco.
A sè chiamava un vecchio barbassoro,12
Ch’era tutto turbato in viso e fosco;
E disse: In cortesia, di’ la cagione,
Che voi parete pieni d’afflizione.
72 Rispose il barbassoro: Tu il saprai
Perchè si fanno qui questi lamenti;
Noi siam d’una città che tu vedrai
Tosto, che miglia non c’è lungi venti:
Arna si chiama, come intenderai.
Tutti siamo scacciati e malcontenti,
Sanza sperar che nulla ci conforti,
Se non che insieme piangiam mille torti.