58 Tra pazzi e pazzi, e bestie, e bestia fia,
Chè c’è ben di due gambe bestie ancora:
Forse a qualcuno uscirà la pazzia.
Il re Marsilio consentì allora,
Quantunque far li par villania,
Chè di Rinaldo suo già s’innamora:
E dettegli alla fine un suo valletto;
Ed Ulivier volle ire e Ricciardetto.
59 Volevalo Marsilio accompagnare;
Rinaldo disse: Io non voglio altro meco.
Se non che ancor Terigi volle andare,
Chè sa ch’egli è suo debito esser seco:
Vedevasi Rinaldo sfavillare,
Come volea colui ch’è pinto cieco.
Dicea Marsilio: Io priego il nostro Dio,
Che t’accompagni, car Rinaldo mio.
60 Rinaldo se ne va verso il deserto,
E ’l messaggier mostrò dov’e’ credea
Che sia il caval, benchè nol sappi certo.
Rinaldo allor di Baiardo scendea:
In questo il gran destrier si fu scoperto,
Che già pel bosco sentiti gli avea:
Ma quel Pagan, come vide il cavallo,
Sopra un gran cerro terminò aspettallo.
61 Ed anco s’arrecò su bene in vetta.
Disse Ulivier: Per Dio, tu mi par pratico;
A questo modo ogni animal s’aspetta.
Disse il Pagano: Egli è pazzo e lunatico,
E so quel che sa far colla zampetta;
Questo è colpo di savio e di gramatico:
Saprò me’ dire come il fatto è ito
Al mio signor; però son qui salito.
62 Ricciardetto, veggendo il Saracino,
Che come il ghiro s’era inalberato,
Diceva: Esser vorrebbe un orsacchino,
Che insin costì t’avessi ritrovato.
Disse il Pagan: Va pure a tuo cammino;
Il giuoco netto piace in ogni lato;
Io temo il danno e ’l pentersi da sezzo
Della vergogna, io mi vi sono avvezzo.