Pagina:Pulci - Morgante maggiore I.pdf/285

266 il morgante maggiore.

3 Di questo l’Amostante s’allegroe,
     Che quello uficio pigliassi la dama,
     E le chiavi a costei raccomandoe.
     Or questo è quel che la donzella brama:
     Subito al conte Orlando se n’andoe
     Alla prigione, ed umilmente il chiama,
     Dicendo: Cavalier, di te mi pesa,
     E ciò che vuoi farò per tua difesa.

4 Orlando quanto può costei ringrazia,
     E disse: Dimmi: sai tu la cagione,
     Perchè il tuo padre in tal modo mi strazia,
     E messo m’ha di subito in prigione?
     Di questo fa, per Dio, mia voglia sazia,
     Trammi di dubbio e di confusione:
     E stu non mi puoi trar di questa torre,
     Non mi lasciar almen la vita tòrre.

5 Rispose Chiariella al paladino:
     La cagion che ’l mio padre t’ha qui preso,
     È che ’l Soldano da un certo indovino
     Come tu sia Cristian par ch’abbi inteso,
     Benchè tu mostri d’esser Saracino;
     E perchè del gigante tiensi offeso,
     Ha fatto pace col Soldano e saldo
     Di vendicarsi del suo Marcovaldo.

6 Ogni Cristian ch’uccide un Affricante,
     Secondo nostra legge morir debbe;
     Tu uccidesti adunque quel gigante,
     La vita al nostro modo te n’andrebbe;
     Ma perch’io t’ho già eletto per mio amante,
     Tolsi le chiavi, chè di te m’increbbe;
     E di morir non dubitare omai,
     Chè tu se’ salvo, e libero sarai.

7 Io ho tanto sentito ricordare
     Quel cavalier ch’Orlando è nominato,
     Che sue virtù m’han fatto innamorare,
     E per suo amor non sarai abbandonato;
     Del nome tuo, di me ti puoi fidare,
     Dimmel, baron, ch’assai mi sarà grato.
     Orlando rispondea: Gentil madama,
     Io son colui che Orlando il mondo chiama.