83 Quando il Soldano il negromante udio,
Dolor sì grande non sentì giammai,
E disse: O Macometto, o pazzo Dio,
A tuo diletto consumato m’hai.
E scrisse all’Amostante il caso rio,
Dicendo: Re di Persia, tu non sai,
Che quel c’ha morto il gigante pagano,
È quel ch’è teco; e sappi ch’è Cristiano;
84 E qualche tradimento farti aspetta:
Da ora innanzi, se questo ti piace,
Io vo’ di Marcovaldo far vendetta,
E far con teco a tuo modo la pace.
La lettera suggella, e manda in fretta;
All’Amostante il caso assai dispiace,
Quando sentì come Cristiano è quello,
Chiamandol traditor, ribaldo e fello.
85 E la risposta faceva al Soldano,
Che vuol far pace e triegua a ogni modo,
Pur che punito sia questo Cristiano.
Così la pace si metteva in sodo.15
Poi prese Orlando un giorno per la mano,
E disse: Cavalier, sappi ch’io godo,
Ch’i’ ho col gran Soldan la pace fatta,
E partirassi questa gente matta.
86 Orlando non pensava tradimento:
Disse che molto se ne rallegrava,
E di tal pace troppo era contento,
Dicendo: Del tuo caso mi pesava;
Or tutto alleggerito il cor mi sento.
Poi l’Amostante pel Soldan mandava;
E lui vi venne, e montò presto in sella,
Per vedere anco la fanciulla bella.
87 Segretamente il trattato ordinaro;
Di pigliare il Cristian preson partito,
Quando fia a letto, e non arà riparo;
E così fu tra loro stabilito.
Venne la notte, al letto se n’andaro;
Orlando alla sua camera n’è gito,
E disarmossi, e crede esser sicuro,
Ma non sapeva del suo mal futuro.