8 A Carlo piacque al fin questo consiglio,
E fece vista Gan da sè scacciare;
Gan dette presto a’ suoi arnesi di piglio:
Prima fingeva sè raccomandare:
Carlo mostrava con turbato ciglio,
Che in corte più non lo vuol raccettare,
E che cercando sua ventura vada,
E ritrovassi subito la strada.
9 Partissi il traditor celatamente,
E presso a Montalban fece un aguato,
E scrisse a Carlo, come la sua gente
E lui in Pagania era arrivato,
E mostrava pregare umilemente,
Che perdonar gli debba ogni peccato:
E Carlo avea le lettere mandate
A Montalbano, e molto palesate.
10 Rinaldo s’era un giorno dipartito,
Per passar tempo con un suo falcone;
E Ruinatto con lui era gito
Verso Agrismonte a lor consolazione:
E Ricciardetto un dì ne giva al lito
Del fiume, ove nascoso è Ganellone
In una valle, ov’è certo boschetto
Presso a quel fiume appiè d’un bel poggetto.
11 E mentre in qua e ’n là s’andava a spasso,
Gan si pensò che Rinaldo quel sia;
Uscì del bosco con molto fracasso,
Ed assaltollo con sua compagnia,
Tanto che preso rimaneva al passo:
La notte inverso Parigi ne gia,
E dette Ricciardetto preso a Carlo,
Ed ordinorno presto d’impiccarlo.
12 Orlando, poi che questo fatto ha inteso,
Molto pregato avea lo ’mperadore,
Che non guardassi d’aver costui preso,
E non gli facci oltraggio o disonore.
Carlo rispose di grand'ira acceso:
Io vo’ impiccarlo come traditore,
Perchè d’Astolfo impedì la giustizia,
Con esso insieme per la sua nequizia.