Pagina:Pulci - Morgante maggiore I.pdf/237

218 il morgante maggiore.

CANTO DECIMOPRIMO.




ARGOMENTO.

     Carlo dà bando al sir di Montalbano,
Che con Astolfo si mette alla strada:
A istigazion del turbolente Gano
Una giostra in Parigi a Carlo aggrada:
Rinaldo e Astolfo mandan tutti al piano:
Sorpreso Astolfo, avvien che prigion vada:
E se Rinaldo e Orlando eran men destri,
Sentiva come stringono i capestri.


1 O santo Pellican,1 che col tuo sangue
     Campasti noi dalla fera crudele,
     Dal suo velen come pestifer angue,
     E poi gustasti l’aceto col fele,
     Tanto che la tua madre afflitta langue;
     Manda in mio aiuto l’Arcangiol Michele,
     Sì ch’io riporti di vittoria insegna,
     E seguir possa questa istoria degna.

2 Gano scriveva a Carlo in questo modo:
     O Carlo imperador, che t’ho io fatto?
     S’io non commissi inganno mai nè frodo,
     Perchè consenti tu ch’io stia di piatto?2
     S’io t’ho servito sempre, assai ne godo,
     Tu mostri essere ingrato a questo tratto;
     E sanza udir le mie ragion consenti
     Ch’e’ miei nimici sien di me contenti.

3 Quel dì ch’io presi in Parigi la piazza,
     Che sapev’io chi drento era venuto,
     E se pur v’era gente d’altra razza,
     Che ti paressi Orlando sconosciuto?
     Per riparare a quella furia pazza,
     Corsi alla piazza, e parvemi dovuto:
     Che sapev’io, se tu t’eri ingannato,
     O che nella città fussi trattato?