Pagina:Pulci - Morgante maggiore I.pdf/230


canto decimo. 211

144 Disse Ulivier: Sarestu Briareo,42
     Con Giuppiterre, o Fialte famoso,
     O quel superbo antico Capaneo?
     Da ora innanzi, gigante orgoglioso,
     Io ti disfido, se tu fussi Anteo:
     Lo ’mperador possente e glorioso
     Mi dia licenzia, e vo’ teco provarmi,
     E fammi il peggio poi che tu puoi farmi.

145 Ah, Ulivieri, Amor ti scalda il petto,
     Che sempre fa valoroso chi ama;
     Tu non aresti di Marte sospetto,
     Pur che vi fussi a vederti la dama.
     Disse Vegurto: Per Dio Macometto,
     Questo più ch’altro la mia voglia brama.
     Ulivier prestamente corse armarsi,
     Chè col gigante voleva provarsi.

146 Morgante non potè più sofferire,
     E disse a Carlo: O imperadore, io scoppio,
     S’io non lo fo colle mie man morire;
     Lascia ch’i’ suoni col battaglio a doppio,
     Al primo colpo il farò sbalordire,
     Che ti parrà ch’egli abbi bevuto oppio.
     Carlo risponde, ma non era inteso,
     Tanto ognuno era di furore acceso.

147 Non potea star Morgante più in guinzaglio,44
     Non aspettò di Carlo la risposta,
     Ma cominciava a calar giù il battaglio;
     E ’l fier Vegurto a Morgante s’accosta.
     Or chi vedessi giocar qui a sonaglio,45
     Non riterrebbe le risa a sua posta:
     L’un col battaglio, e l’altro colla scure,
     S’appiccon pesche46 che non son mature.

148 Non era tempo adoperar la fromba;
     E’ si sentiva alcuna volta un picchio,
     Quando Morgante il battaglio giù piomba,
     Che quel Vegurto si faceva un nicchio,47
     E tutta quanta la sala rimbomba;
     Ma coll’accetta ogni volta uno spicchio
     Del dosso leva al possente Morgante,
     Però che molto è feroce, il gigante.