Pagina:Pulci - Morgante maggiore I.pdf/215

196 il morgante maggiore.

69 Quel ch’io promisi, baron, vo’ servarti,
     Come pur giusto re ch’io sono ancora,
     E tutti i tuo’ prigion vo’ consegnarti;
     Andianne al padiglion sanza dimora,
     E la promessa tua vo’ ricordarti.
     Disse Rinaldo: Per lo Iddio ch’adora
     Re Carlo Magno e tutto il Cristianesimo,
     Ciò che tu vuoi chiederai tu medesimo.

70 Inverso il padiglion preson la volta:
     Erminion, ch’era uom molto da bene,
     Fece pel campo sonare a raccolta,
     Poi che fortuna nel fondo lo tiene:
     La gente sua parea smarrita e stolta,
     Come ne’ casi subito interviene;
     Rende i prigion ch’avea legati e presi,
     Co’ lor cavalli e tutti i loro arnesi.

71 Chi vedessi la festa e l’allegrezza
     Che fanno i nostri possenti baroni,
     Sare’ costretto per sua gentilezza
     Di lagrimar con pietosi sermoni:
     Diceva Uggier: Rinaldo, tua prodezza
     Ci ha tratto fuor di molti strani unghioni;
     A questa volta aremmo tutti quanti
     La vita data per quattro bisanti.

72 Noi abbiam sentito sì fatto romore
     Oggi pel campo, ch’io pensai che ’l mondo
     Fussi caduto, e giunto all’ultim’ ore,
     E lo stato di Carlo fussi al fondo;
     Ognuno avea della morte timore,
     Chè ’l Saracin crudele e rubicondo29
     D’impiccar tutti ci avea minacciati,
     E della vita stavam disperati.

73 Namo diceva: Il nostro buon Gesue
     Vi mandò qua per nostro aiuto solo,
     E siam salvati per la tua virtue,
     E liberati da gran pena e duolo.
     Diceva Orlando: Non ne parliam piue,
     Lasciam pur tosto de’ Pagan lo stuolo;
     Carlo non sa quel che seguíto abbiamo,
     Però verso Parigi ce n’andiamo.