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166 il morgante maggiore.

28 I Saracin, che questo hanno veduto,
     Cominciorno pel colpo a sbigottire;
     E come avvien chi 'l signore ha perduto,
     Pel prato cominciâr tutti a fuggire.
     Aveva un certo baron molto astuto
     Fieramonte, e veggendo quel morire,
     Venne a Rinaldo, e ginocchion si getta,
     E disse: Fatta hai, baron, mia vendetta.

29 Se vuoi ch’io parli arditamente il vero,
     Io ti dirò di questo traditore
     Il qual tu hai morto, gentil cavaliero:
     Sappi che ’l suo fratel, ch'è qua signore,
     Lo lasciò qui a governo del suo impero,
     E mossa ha guerra a Carlo imperadore;
     E come e’ disse, a Montalban si truova
     Per pigliar quello, e faranne ogni pruova.

30 Poi che costui si vide qua il messere,14
     Ha fatte cose contra ogni giustizia,
     Rubato il terrazzano e ’l forestiere,
     Mostrato in molti modi sua nequizia,
     A nessun fatto ragione o dovere;
     E per più chiar mostrar la sua tristizia,
     S’alcun pur ne volessi dubitare,
     Le nostre donne cominciò a sforzare.

31 E perchè alcuno non avea pazienza,
     E’ lo faceva morir di segreto,
     Tanto che assai per questa violenza
     Per la paura si stavan di cheto;
     Trovato ha il suo peccato penitenza,
     E tutto il popol nostro ne fia lieto:
     Volle sforzare anco una mia sorella,
     E non potendo, imprigionata ha quella.

32 Se tu se’ cavalier ch’abbi potesta,15
     Come mi parve veder poco avanti,
     Togli il cavallo e la sua sopravvesta;
     Noi ti farem compagnia tutti quanti,
     E tutta la città ti farà festa:
     Noi siam tutti baron de’ più prestanti:
     Sanza colpo di spada o altra guerra,
     A salvamento16 ti darem la terra.