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164 il morgante maggiore.

18 Questo è colui che Erminion lascioe,
     Quando e’ partì, per guardia del suo regno.
     Fieramonte Baiardo riguardoe,
     Subito su vi faceva disegno;
     Verso Rinaldo in tal modo parloe:
     Deh dimmi, cavalier famoso e degno,
     Onde avestu questo caval gagliardo?
     E finalmente gli chiedea Baiardo.

19 Dicea Rinaldo: Assai me l’hanno chiesto,
     Ma a nessun mai non lo volli donare.
     Disse il Pagan: Se tu non vuoi far questo,
     Deh lasciamelo un poco cavalcare.
     Rinaldo intese la malizia presto,
     E disse: Un bello esemplo ti vo’ dare,11
     Saracin, prima ch’io ti dia il cavallo;
     E raccontò della volpe e del gallo.

20 Andandosi la volpe un giorno a spasso
     Tutta affamata, sanza trovar nulla,
     Un gallo vide, in su ’n un alber, grasso,
     E cominciò a parer buona fanciulla,
     E pregar quel che si faccia più basso,
     Chè molto del suo canto si trastulla;
     Il gallo sempliciotto in basso scende;
     Allor la volpe altra malizia prende.

21 E dice: E’ par che tu sia così fioco,
     I’ vo’ insegnarti cantar meglio assai:
     Quest’è, che tu chiudessi gli occhi un poco,
     Vedrai che buona voce tu farai.
     Al gallo parve che fussi un bel giuoco:
     Gran mercè, disse, che insegnato m’hai;
     E chiuse gli occhi e cominciò a cantare,
     Perchè la volpe lo stessi ascoltare.

22 Cantando questo semplice animale
     Con gli occhi chiusi, come i matti fanno,
     La volpe, come falsa e micidiale,
     Tosto lo prese sotto quell’inganno,
     E dovè poi mangiarsel sanza sale.
     Così interviene a que’ che poco sanno,
     Così faresti tu, chi ti credessi:
     Ben saria sciocco, se ’l caval ti dessi.