18 Questo è colui che Erminion lascioe,
Quando e’ partì, per guardia del suo regno.
Fieramonte Baiardo riguardoe,
Subito su vi faceva disegno;
Verso Rinaldo in tal modo parloe:
Deh dimmi, cavalier famoso e degno,
Onde avestu questo caval gagliardo?
E finalmente gli chiedea Baiardo.
19 Dicea Rinaldo: Assai me l’hanno chiesto,
Ma a nessun mai non lo volli donare.
Disse il Pagan: Se tu non vuoi far questo,
Deh lasciamelo un poco cavalcare.
Rinaldo intese la malizia presto,
E disse: Un bello esemplo ti vo’ dare,11
Saracin, prima ch’io ti dia il cavallo;
E raccontò della volpe e del gallo.
20 Andandosi la volpe un giorno a spasso
Tutta affamata, sanza trovar nulla,
Un gallo vide, in su ’n un alber, grasso,
E cominciò a parer buona fanciulla,
E pregar quel che si faccia più basso,
Chè molto del suo canto si trastulla;
Il gallo sempliciotto in basso scende;
Allor la volpe altra malizia prende.
21 E dice: E’ par che tu sia così fioco,
I’ vo’ insegnarti cantar meglio assai:
Quest’è, che tu chiudessi gli occhi un poco,
Vedrai che buona voce tu farai.
Al gallo parve che fussi un bel giuoco:
Gran mercè, disse, che insegnato m’hai;
E chiuse gli occhi e cominciò a cantare,
Perchè la volpe lo stessi ascoltare.
22 Cantando questo semplice animale
Con gli occhi chiusi, come i matti fanno,
La volpe, come falsa e micidiale,
Tosto lo prese sotto quell’inganno,
E dovè poi mangiarsel sanza sale.
Così interviene a que’ che poco sanno,
Così faresti tu, chi ti credessi:
Ben saria sciocco, se ’l caval ti dessi.