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158 il morgante maggiore.

talbano. Questo fatto forma il soggetto del Mambriano del Cieco da Ferrara.

20. assembramento. Moltitudine di soldati, esercito.

23. gonfalone. Bandiera, insegna; come ognun sa. Viene dal tedesco fane, vessillo.

24. Ammirante. Ammiraglio, præfectus classis, θαλάτταρχος. «Chiamasi Ammiraglio (dice il Buti sopra Dante) lo capitano delle galee in mare, e dicesi Ammiraglio perchè dee ragguardare e provvedere sopra tutto lo stuolo.» Fa poi venir cotal voce da mirare, sebbene il Menagio ami trarne la origine piuttosto dalla voce araba emir ovvero amir, che vale signore.

27. caffettano. Sorta di veste turchesca.

28. Come il nocciolo arà tosto la pesca. Cioè come la cosa riuscirà a perfezione. Dice Giovan Maria Cecchi nella dichiarazione dei Proverbj: «Quando si vuol dire che una cosa è fatta, o che ella riuscirà a perfezione, si dice: la pesca avrà il nocciolo

31. son giostrate. Son condotte su per lo mare. Ed è qui posto a modo di scherzo; avendo il verbo giostrare anche il significato di far gite lunghe e frequenti, susque deque ire, e quello pure di andar girando o passeggiando senza saper dove, e senza un fine determinato.

33. dannaggio. È voce antiquata; ma moltissimo usata dai primi scrittori in prosa e in rima. Viene dalla voce provenzale dampnage, per il che alcuni anche nell'italiano scrissero dampnaggio, come si rileva dal seguente verso d'una Canzone di Guitton d’Arezzo:

Non credo già, se non vol meo dampnaggio;

e da quell’altro dello stesso:

Che piace lei per mia morte dampnaggio.

Anche nell’antiche Glosse Latine trovasi scritto dampnum per damnum; ma e il latino damnum, e il provenzale dampnage, e l’italiano dannaggio o danno, derivano tutti egualmente, a parer del Menagio, dal greco δαπάνη; sebbene a me sembra assai lontano dal significato della voce danno quello del verbo δαπανάω, che significa consumare, esaurire, e spendere, dissipare, menar gran vita.

34. Turpino. È questo il famoso arcivescovo di Rheims, e insieme guerriero e paladino. Ad esso viene attribuita quella Cronaca di Carlo Magno, dalla quale tolsero, o finsero di togliere le lor favolose avventure, quasi tutti coloro che nei Romanzi e nei Poemi scrissero le gesta di quell’imperatore e de’ suoi paladini.

36. Intanto Erminion ec. Qui bandiere sta per i soldati accolti sotto le sue bandiere, e perciò è adoperato il verbo nel numero del più.

37. saccomanno. Mettere a sacco, o a saccomanno, vale saccheggiare. Viene lo voce saccomanno dall’italiano sacco, e dal tedesco man (uomo), quasi uomo di sacco, o che fa sacco; chè far sacco vale quasi lo stesso che mettere a sacco.

38. imbasciadore. Ambasciatore. Il Menagio fa derivare questa voce da ambascia, che significa cura, sollecitudine, ansietà e simili, «convenendosi, dice egli, a uno ambasciatore di star continuo ansioso, affannato, pieno di cure e sollecito.» Tale etimologia è però alquanto stiracchiata, ed è da starsene piuttosto al Salmasio che la fa venire dal latino ambactus, formato dalla preposizione am che vale lo stesso che circum, e dal verbo ago (duco; e che significava servo mercenario (δοῦλος μισθωτός). Da ciò si formò il latino barbaro ambascia per servizio o simili, secondo rilevasi dalle Leggi Burgund. Quicumque asinum alienum extra domini voluntatem præsumpserit, aut per unum diem, aut duos, in ambascia sua ec. Il Giambullari, che vuol tutto derivato dall’arameo e dall’etrusco, fa venire ambasciata e ambasciatore da bascer, che in lingua aramea significa annunziare.

48. magagna. Vizio, difetto. Da mancare, dice il Menagio. Il Canino e il Monosino fanno invece derivar questa voce dal dorico μαχανά; e il Guieto da Magus, così: Magus, maga-