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canto ottavo 155

83 Il Saracin ferì sopra lo scudo
     Berlinghier nostro, e come fussi cera
     Subito il passa, e ’l ferro acuto e ignudo
     Passò la corazzina35 e la panziera.36
     Fino alla carne andò quel colpo crudo,
     E perchè soda e verde la lancia era,
     Per la percossa che fu molto acerba,
     Berlinghier franco si trovò in sull’erba.

84 E ’n su la punta più di dieci braccia
     Lo portò in aria, e poi lasciollo andare,
     E disse: Sempre avvien che chi minaccia
     Ne suol la pace a casa poi portare.
     Berlinghier mano alla sua spada caccia,
     E volle la battaglia rappiccare;
     Subito del terren ritto si getta,
     Per far di Mattafolle aspra vendetta.

85 Ah, disse il Saracin, tu falli troppo;
     Usanza è sempre de’ gentil baroni,
     Che que’ che son caduti al primo intoppo37
     Porghino il brando, e diensi per prigioni;
     Or ch’io t’ho vinto, fracassato e zoppo,
     A quel che vuol la giustizia t’opponi,
     Ed hai cavato fuor lo spadaccino:
     Questa usanza non è di paladino.

86 Io t’avevo sentito ricordare
     Fra tutti gli altri un cavalier virile,
     Che non sapessi in nessun modo errare,
     Onesto, saggio, pulito e gentile:
     Or fatto m’hai di te maravigliare;
     Questo mi pare un atto stato vile.
     Rispose a Mattafolle Berlinghiere:
     Io ti darò col brando e col trafiere.

87 Mattafolle non ebbe pazienza,
     E disse: Poi che tu se’in tanto errore,
     Io ti gastigherò di tua fallenza;
     E punse sopra a' fianchi il corridore:
     Dettegli un colpo di tanta potenza
     Sopra l’elmetto, dice l’autore,
     Che Berlinghieri in terra inginocchiossi,
     E non sapeva in qual mondo si fossi.