64 Trovò Dodone in luogo molto stretto,
Ch’era venuto tra cattive mane;
Pur s’aiutava questo giovinetto,
E cominciava a dar mazzate strane,
A questo e quello spezzando l’elmetto,
Tanto che gli elmi faceva campane,
Quando egli assaggian di quel suo picciuolo;30
Ma dà di sopra come all’oriuolo.
65 E rimaneva il segno ov’e’ percuote;
Quanti ne tocca il battaglio feroce,
Non si ponea più le mani alle gote,
Chè ne facea com’e’ fussi una noce;
Alcuna volta facea certe ruote,
Ch’a più di sette domava la voce;
Com’un nocciol di pesca ogn’elmo stiaccia,
E fa balzar giù capi e spalle e braccia.
66 E rimisse Dodon sopra il destrieri;
Dodon gridava al popol soriano:
Io ne farò vendetta, e d’oggi e d’ieri,
Quando impiccar mi volea quel villano.
In questo tempo il famoso Ulivieri
Era pel campo colla spada in mano,
E dove Manfredon combatte, arriva,
Colla donzella florida e giuliva.
67 Un' ora o più combattuto questi hanno,
E non si vede de’ colpi vantaggio:
Ulivier tutto arrossì, come fanno
Gli amanti presso alla dama, il visaggio:
E disse: Dama, non ti dar più affanno,
Lascia pur me vendicare il mio oltraggio:
Io vorrei esser morto veramente,
Quand’io cascai, che tu v’eri presente.
68 Alla mia vita non caddi ancor mai,
Ma ogni cosa vuol cominciamento.
Disse la dama: Tu ricascherai,
Se tu combatti, cento volte e cento,
E sempre avvenir questo troverai
A cavalier che sia di valimento:
Usanza è in guerra cascar del destriere,
Ma chi si fugge non suol mai cadere.