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130 il morgante maggiore.

59 Guarda se a tempo la trappola scocca;
     Non si potea racconsolar per nulla:
     Sempre fortuna alle gran cose imbrocca,27
     E ’nfin sopra la soglia ci trastulla:
     Non domandar se questo il cor gli tocca.
     Per gentilezza allor quella fanciulla
     Se gli accostava, e diceva: Ulivieri,
     Rimonta, vuoi tu aiuto? in sul destrieri.

60 Or questo fu ben del doppio lo scorno,
     E parve fuoco la faccia vermiglia;
     Are’ voluto morire in quel giorno.
     Meridiana pigliava la briglia,
     Dicendo: Monta, cavaliere adorno.
     Or questo è quel ch’ogni cosa scompiglia,
     E per dolor dubitò sanza fallo,
     Non poter risalir sopra il cavallo.

61 Morgante aveva ogni cosa veduto,
     Come Ulivier dal gran re Manfredonio
     Del colpo della lancia era caduto,
     E la donzella vi fu testimonio;
     E disse: Io proverò, come è dovuto,
     S’io gli potessi appiccar questo conio:28
     Io intendo d’Ulivier far la vendetta.
     E ’nverso Manfredon presto si getta.

62 Meridiana, che ’l vide venire,
     Gridava: In drieto ritorna, Morgante!
     E Manfredonio correva assalire,
     Per far vendetta del suo caro amante.
     Morgante pur lo veniva a ferire,
     E com'e’ giunse, gridava il gigante:
     Tu sei qui, re di naibi, o di scacchi;29
     Col mio battaglio convien ch’io t’ammacchi.

63 Disse la dama: La battaglia è mia;
     E se ci fussi al presente qui Orlando,
     Non mi faresti sì gran villania;
     Tirati addrieto, io ti darò col brando:
     Venuto è qua colla sua compagnia,
     La fama e ’l regno di tormi cercando.
     Morgante in drieto alla fine pur torna,
     Per ubbidir questa fanciulla adorna.