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124 il morgante maggiore.

29 Ebbe re Manfredon tanta paura,
     Che si pensò la notte di far alto;11
     Poi disse: Noi siam sì sotto alle mura,
     Che non si può spiccar qui netto il salto;
     E’ ci bisogna provar l’armadura,
     Ed aspettar de’ nimici l’assalto;
     Non sarà giorno, che Rinaldo e ’l conte
     E Ulivieri scenderanno il monte.

30 E tutto il campo mio sarà in travaglio,
     E ne verrà Dodon per far vendetta,
     E quel diavol con quel suo battaglio12
     Alla mia gente darà grand’istretta:
     Pur ci convien stare fermi al berzaglio,
     E Macon priego che le man ci metta:
     E mentre ch’e’ dicea queste parole
     Tutti i baron per suo consiglio vuole.

31 Ed accordârsi che si stessi saldo.
     Tutta la notte stetton con sospetto;
     Morgante, ch’era di potenzia caldo,
     La sera al conte Orlando aveva detto:
     Poi ch’egli è morto Manfredon ribaldo,
     Non sarà prima dì, ch’io vi prometto
     Ch’io voglio andar col mio battaglio solo
     Tra que’ Pagani in mezzo dello stuolo,

32 Ed arder le trabacche e’ padiglioni;
     Colla granata gli voglio scacciare;
     Vedrete che bel fumo da’ balconi,
     E tutto il campo a furia spulezzare:
     Io gli farò fuggir come ghiottoni;
     Le pecchie soglion pel fuoco sbucare:
     Io porterò il battaglio e ’l fuoco meco,
     Vedrete poi che mazzate di cieco.

33 Mancato è il capo, male sta la coda;
     Adunque male star dee tutto il dosso;
     Per gli occhi a tutti schizzerà la broda:13
     Io schiaccerò la carne, i nervi e l’osso,
     Quand’io darò qualche bacchiata soda;
     So ch’al principio n’arò molti addosso,
     Ma tutti poi gli vedrete fuggire.
     Orlando per le risa è ’n sul morire.