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prefazione dell'annotatore. xi

centro che a noi riguarda, metà dall’altro. L’urto dato alla terra, dal suo cadere, trasse gran parte d’oceano all’emispero meridionale, e solo un’alta montagna restò scoperta, sopra la quale colloca Dante il suo Purgatorio. E siccome questa caduta avvenne innanzi la creazione di Adamo, è chiaro abbastanza perchè non abbia egli scritto che l’emispero meridionale fosse abitato; ma trenta anni dipoi, il Petrarca, che fu più pratico degli antichi scrittori, avventurò la supposizione che il sole splendesse sopra mortali a noi sconosciuti:

Nella stagion che ’l ciel rapido inchina
Verso occidente, e che ’l di nostro vola
A gente che di là forse l’aspetta.
                    Rime, Parte 1a, Canz. IX

Un altro passo fu fatto nel corso di mezzo secolo dopo il Petrarca. L’esistenza degli antipodi fu pienamente provata. Il Pulci mette in campo un diavolo (Astarotte) per annunziare quel fatto; ma egli lo seppe dal suo concittadino Paolo Toscanelli, astronomo e matematico illustre, che scrisse già vecchio a Cristoforo Colombo, esortandolo ad intraprendere la spedizione.

Dante ha trasportato alcuni luoghi della Volgata nella Commedia, e il Petrarca, il più religioso dei poeti, cita la Sacra Scrittura pur mentre amoreggia. Nò però furono accusati giammai d’empietà. Nè il Pulci incorse pericolo di scomunica postuma, se non dopo la Riforma. La notizia che il Pulci fosse in odore di eresia ebbe al certo influenza sopra i giudizi di Milton, che parla del Morgante siccome di un “romanzo per passatempo.” Egli desiderava fervidamente di dimostrare che gli scrittori cattolici istessi avevano messo in deriso i teologi papali, e che la Scrittura era stata soggetta al giudizio privato, non ostante che i papi ne proibissero la lettura. La quale ardente sua brama non