4 Orlando, quando udì queste parole,
Rispose presto: Bene avete fatto;
Tutti son rubator, non me ne duole;
Io n’ho già gastigati più d’un tratto:
Così sempre a’ nimici far si vuole:
Ma dimmi, cavaliere, ad ogni patto
I nomi lor, per veder s’io cognosco
Di questi alcun ch’uccidesti in quel bosco.
5 Disse Rinaldo: Egli ha nome Ulivieri
L’un di costor, che dice era marchese;
L’altro da Montalban quel buon guerrieri.
Ch’aveva fama per ogni paese:
Credo che ’l terzo anco era cavalieri,
Dodon chiamato figliuol del Danese.
Orlando udendol si maravigliava,
Ma del lion con seco dubitava.
6 Seguì più oltre il suo ragionamento
Rinaldo: Io intendo mostrarvi i cavagli.
Orlando disse: Ne son ben contento,
Ch’e’ nomi lor non posso ritrovagli.
Vanno a veder: Orlando ebbe spavento,
Subito come comincia a guardagli,
Perchè conobbe presto Vegliantino,
E disse: Il ver pur dice il Saracino.
7 Alla sua vita mai fu più doglioso,
E poco men che in terra non cadea:
Ulivier, che il vedea sì doloroso,
Drento all’elmetto con seco ridea:
Tornano in sala, e ’l paladin famoso
Vendetta farne fra sè disponea,
E disse: S’altro tu non vuoi parlarmi,
A Manfredonio al campo vo’ tornarmi.
8 Disse Rinaldo: Alquanto v’aspettate.
E menò in una camera il barone;
E poi che l’arme sue s’ebbe cavate,
La sopravvesta e l’altre guernigione,
Mostrava le divise sue sbarrate;2
Trassesi l’elmo, e così il Borgognone:
Orlando, quando Rinaldo suo vede,
Per gran letizia tramortir si crede.