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canto sesto. 115


69 Carador disse: Tu lo intenderai
     Da questo cavalier che t’ha menato:
     E disse al prenze: Tu comincerai
     A dir, perchè per lui fussi mandato.
     Ma tu, Signor, che i sempiterni rai
     Governi e reggi, e’l bel cielo stellato,
     Grazia mi dona, che nel dir seguente
     Segua la storia ch’io lascio al presente.



NOTE

1. Non circumscritto ec. Dante dice di Dio:

Quell’uno, e due, e tre, che sempre vive
Non circonscritto, e tutto circonscrive.
                         Parad., Canto XIV.

9. di farla alla franciosa. Usavano i Francesi di baciare, per modo di saluto, le dame. A tale usanza appella qui forse il Poeta.

11. Eron. Per erano.

15. dato lor che asciolvere. Asciolvere chiamasi il pasto della mattina, la colazione, quasi solvere jejunium, perchè con esso pasto rompesi il digiuno; onde gli Italiani lo chiamano anche lo sdigiuno. Qui è detto figuratamente. — papasso. Dal greco Papas, in latino Pater. Gl’Italiani ne han fatto Papasso, come da Thomas Tomasso o Tommaso, da Primas Primasso e simili; e vale capo, padrone, principale.

16. ignun di voi. Qualcun di voi.

17. E una ricca cotta. Lunga sopravveste usata dalle antiche donne latine, e da loro chiamata Crocota. Il Pignora, nelle Origini di Padova, dice: «Avevano gli antichi una veste che chiamavano per le femmine Crocota;» e lo Scaligero su quel verso del poema intitolato Cecris, attribuito a Virgilio:

Quae prius in tenui steterat succincta crocota;

soggiunge: Crocotam etiam hodie decurtato nomine cottam vocamus in

tota Gallia. Plauto, nella Aulularia, chiama crocotarii quei che facevano tali vesti, le quali furon così appellate dal greco κροκος, perchè s’usavan portare tinte di color del croco, che è una specie di colore tra il giallo e il rosso; e, come disse Virgilio, picta croco. Ora chiamasi cotta quella sopravvesta bianca che portano i Religiosi negli uffizii divini. Il Giambullari fa venir questa voce dalla aramea Cot, che significa veste. — viso di latte e di grana. Diciamo comunemente bianco e rosso. La grana è una tinta che cavasi dai corpiciattoli di certi insetti, i quali, per essere nell’aspetto quasi simili alle coccole dell’ellera, furon dagli antichi creduti una specie di coccole anch’essi, e reputati esseri vegetabili anzichè animali. I Greci chiamarongli κόκκοι, e i Latini grana tinctoria o infectoria. — un ricco smalto. Smalto è materia di più colori che si pone sopra i lavori d’oro per ornamento. Vedi la origine di questa voce nel Menagio, Origini della Lingua francese, alla voce émail.

18. Ed un carbonchio. Lo stesso che rubino, ed è così detto per il suo splendore, quasi d’un carbone acceso. Perciò i Greci chiamarono questa gemma ανθραξ (carbone), e i Latini Pyropus.

19. Rinaldo vide ec. Metafora tratta tutta dalla caccia che si fa agli uccelli colla pania. — appiccheremo il maio. Il maio è un albero delle Alpi, quello stesso che i Latini chia-