Pagina:Pulci - Morgante maggiore I.pdf/118


canto quinto. 99


69 Ed aspettava il guerrier del lione,
     Che dovessi venirla a liberare;
     E stava giorno e notte in orazione,
     E molti sacrificj facea fare,
     Pregando umilemente il lor Macone
     Che sua virginità debba servare;
     Com’io seguiterò nell’altro Canto
     Colla virtù dello Spirito Santo.




NOTE.

5. almo. Per animo. — Per contestare. Contestare è propriamente titolo dei Legisti, e vale intimare, notificare. Qui significa contrastare, combattere, e simili. Leggesi nelle Vite de’ Santi Padri: «Contestandosi, e difendendosi Antonio coll’arme dell’orazione contra al demonio ec.» — bisante. Moneta antica detta così, secondo la Crusca, da bis, e Sanctus, perchè aveva nella impronta due Santi; o da Bisanzio (Costantinopoli), d’onde pare sia in principio venuta. I Greci la chiamarono νόμισμα βυζάντιον; e Vincenzio Borghini, nel Discorso della Moneta fiorentina, disse: «Il secondo, cioè il Bisante, per avventura dalla città di Bisanzio, seggio allora dell’impero greco.»

8. E non ha ignun. E non v’è alcuno.

23. e del tristo facea. E fingeva d’esser tristo.

27. sgridallo, ruballo. Per sgridarlo, rubarlo; cangiata la r in l. Il volgo lo dice ancora, ed è modo venuto dai Greci, i quali pure dicevano, ad esempio, ρακος e λακος, e simili altri.

29. mostrava le piante. Correva velocemente.

34 il roman senatore- Orlando fu fatto dal Papa gonfaloniere della Chiesa, e senatore di Roma.

35. to’ti. Togliti, prenditi.

38 un uom molto foresto. D’aspetto strano, selvaggio. — una vecchia paura. Vuol dire una gran paura. Ciriff. Calv., Canto II, 44:

E ci faran delle vecchie paure.

E in altri luoghi. S’usa solo per ischerzo.

39. vedegli. Per vedergli, tolta la r. Modo usato anch’ora dal popolo.

40. Che non portava ec. Qui pare voglia dire che andava sempre co’ piè nudi; ma portare, o andare in zoccoli per l’asciutto, è modo di parlar furbesco, e vale: esser macchiato del vizio di soddomia.

42. Befania. Chiamasi a Firenze befana un certo fantoccio di cenci o altro, che i fanciulli e le donne pongono alla finestra il giorno della Epifania, detto anche dal volgo dì di befana, o di befania. Questa stessa voce serve anche ad indicare una donna brutta e contraffatta; come pure un ente immaginario che suol rammentarsi ai bambini per far loro paura. Qui è posto per indicare un essere di aspetto mostruoso.

44. il Trentamila. Lo stesso che la Tregenda, il qual nome denota alcuna favolosa brigata che vada di notte attorno con lumi accesi. Così il Vocabolario, che non dà che questo solo esempio, e lo fa corrispondere al latino turba maxima, greco παμπόλλοι. — Ch’a maggior tela ec. Cioè: che ho fatte imprese d’altra fatta che queste.