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86 il morgante maggiore.

4 Quando fingea non esser ben guarito,
     Quando fingea qualch’altra malattia:
     E dicea il ver, ch’egli è nel cor ferito;
     Quando pregava, quando promettia:
     Doman ci partirem, preso ho partito.
     Lasciam costor nel nome di Maria,
     Ed Ulivier così morire amando,
     E ritorniamo ov'io lasciai Orlando.

5 Meridiana la dama gentile
     Manda a saper, se volea la battaglia
     A corpo a corpo, con almo1 virile.
     Orlando dice: Io non vesto di maglia
     Per contestare2 una femmina vile,
     Ch’i’ prezzo men ch’un bisante3 o medaglia.
     Sicchè per questo, e pel suo Lionetto
     Troppo si duol costei di Macometto.

6 Dicendo: Almen facessimi morire,
     Poichè sprezzata son da quel villano;
     Chè mai più ebbe cavaliere ardire
     Combatter meco colla lancia in mano.
     Ma in questo tempo si facea sentire
     La fama del signor di Montalbano,
     Come Corbante avea seco un barone,
     Che si chiamava il guerrier del lione,

7 E ch’egli er’uom ch’avea molto potere,
     E come morto ha il serpente feroce.
     Meridiana a un suo messaggiere
     Impose, e disse, ch’andassi veloce
     Al re Corbante, e faccigli assapere,
     Come per tutto è vulgata la boce
     Di questo cavalier, ch'è tanto forte,
     Il qual con seco teneva in sua corte.

8 E come Manfredonio alla sua terra
     Ha posto il campo con crudele assedio,
     E tuttavia con sua gente la serra,
     E non ha ignun4 per tenerla più a tedio,
     Ch’a corpo a corpo con lei voglia guerra;
     Che gli dovessi mandar per rimedio
     Questo guerrier ch’avea tanta possanza,
     Per parentado antico ed amistanza;