Pagina:Prima lettera pastorale di monsignor Lorenzo Gastaldi arcivescovo di Torino.djvu/11

 
— 9 —
 


di umiltà e di amore; le quali dividendovi gli ufficii di Maddalena e di Marta, altre rimanete in contemplazione presso all’altare; altre negli asili, nei ricoveri, nelle carceri, negli spedali e nei campi militari compite sì alacremente e con sì nobile fortezza ogni servizio più penoso e più importante di carità; sì a voi, che dirò io mai? Dirò con S. Cipriano, che voi siete i fiori più belli del giardino della Chiesa, e che il moltiplicarsi delle vostre case e comunità Ci riempie di letizia e di speranza.

Letizia e speranza, che Ci viene pure accresciuta di molto da tutti i varii ordini del Laicato, distinti o per nobiltà di sangue, o per chiarezza di dottrina ed erudizione, o per uffici civili e militari, o per l’industria ed operosità sociale, e nei quali risplendono segni così visibili della potenza della fede e del sentimento religioso, che il Supremo Gerarca ebbe, non è gran tempo, ad onorare di speciali e pubblici elogi la religione e la riverenza alla S. Sede apostolica degli abitanti di questa Nostra Città ed Arcidiocesi.

Finalmente alla Nostra speranza da parte del Laicato viene l’appoggio dei molti, che concorrono a tenere le redini del civile Consorzio, pei quali è una verità evidente, la nostra santa religione essere la sola base sopra cui possa mantenersi stabile e prosperare la Società civile.

Questa verità che non tardò a dimostrarsi chiara, non appena cominciò sulla terra a propagarsi la Chiesa di Gesù Cristo, nei giorni presenti risplende di luce così viva che al paragone si ecclissa quella del sole in pien meriggio. Non ostante il maraviglioso e continuo nostro progredire nelle arti ed in ogni ramo d’industria, non