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Ripiccliiò la sibilla alla porta
dopo un anno. —Se al duca, o signori,
115questa vita, per voi giá si corta,
fosse d’uopo di dar, si dará? —
Le risposero i conti pastori:
— Ser lo duca, nel di che abbisogna,
né per sua, né per nostra vergogna
120potrá dir: — Coronai la viltá. —
E di fatti quel prence in battaglia
stretto un giorno da orrendi nemici,
quattro vecchi non cinti di maglia,
ma in cappello e casacca vulgar,
125presso lui combattendo felici,
lo fèr salvo quei quattro leoni,
che sui quattro cruenti blasoni
la bellissima vita lasciár.
Pellegrin, che vedrai queste valli,
130quest’informe cadente tettoia,
se tu chiedi, sostando su’ calli,
che è la casa dispersa laggiú,
ti diranno: — È magion di Savoia. —
E tu, còlto da un lampo improvviso,
135per quel nome un incredulo riso
non verrá su tuoi labbri mai piú.
Qual sia parte di suol che vi chiuda,
fiere salme dei quattro canuti,
fino all’ultimo di non sia nuda
140l’urna vostra di lauri e di fior.
Quando cadono i forti vissuti,
sigillando col sangue la fede,
di quei morti la patria è l’erede,
di quei nomi è custode il cantor.