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Liberato dai quattro perigli
di Savoia il buon duca, alla sera
li raccolse, e proruppe: — Miei figli,
qui d’accanto ponetevi a me.
85Vi do brando, corona e bandiera;
quattro nobili conti voi siete;
pari a pari con me siedercte,
come siedono i principi e i re.
miei padri sul campo e alla corte
90han creato assai conti e marchesi;
ma quadriglia piú bella e più forte
nei lor Stati giammai non brillò.
Da qual sangue voi siate discesi,
10da voi pergamene non chiedo.
95Prove illustri son l’opre ch’io vedo;
«Fede e Forza» è il blason ch’io vi do.
Fora oltraggio per atti si belli
farvi dono di ròcche possenti.
Vostri degni turriti castelli
100son le rupi che intorno vi stan.
lo saprò che tra querce ed armenti
ritrovai si gagliarde e sommesse
quattro destre, che simili ad esse
gli altri re cercherebbono invan.
105Conti, addio. Sino agli anni piú tardi
11Signor vi conservi al mio regno. —
Lacrimando, quei quattro vegliardi
inchináro al magnanimo sir.
Ei baciò col suo bacio piú degno
110quelle fronti gentili e canute:
squillò il corno, e tra i paggi e le mute
essi videro il prence partir.