Pagina:Prati, Giovanni – Poesie varie, Vol. II, 1916 – BEIC 1901920.djvu/66

Ma di sé ben altri frutti
20cerca il prode, e in sé n’ha pegno.
Che mai giova a cor si degno
parer grande e illustre a tutti?
Grande in nome, illustre in loco:
ei soltanto a sé par poco.
25E talor con gentil sprezzo
gli prorompe il fiero istinto:
— Un elmetto ha forse cinto
Amedeo, per darsi vezzo?
o la mano a un brando pose,
30per mozzar cespugli e rose?
Oh, miei fati! — E un di, versando
questo gemito dal core,
si coverse di pallore,
fulminò la man sul brando,
35e, com’astro, nell’ingegno
gli comparve un gran disegno.
Eran dure etá selvagge,
ma segnate di portenti;
si scoprivano alle genti
40novi cieli e nòve spiagge;
e con Cristo pellegrina
pugnò Roma in Palestina.
Ritraevano i pennelli
sante paci, eroiche lizze;
45le Matelde e le Cunizze
eran gloria di castelli;
eran lustro di tornei
i Baiardi e gli Amedei.