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Bando, o stolti, allo stolto desio!
310Sclinunte ben altra s’avanza.
È la spaila, la spada di Dio,
che sul collo e alle reni vi sta.
Cominciata è l’orribile danza;
suona l’etere d’urli nefandi;
315procellosi tempestano i brandi;
Selinunte aspettar non si fa.
Vi guidò settemila campioni
la gentil. Ricambiate gli amplessi.
Settemila furenti leoni
320le chiedeste: esultate! son qui.
Ma assetati e digiuni son essi;
non urlate se adrettan le cene,
se vi rompon le barbare vene,
se vi squarcian le carni cosi.
325Nel covil delle tigri si voi ve
di Leucippo il fulmineo drappello.
Fere i mille e li prostra alla polve,
e altri mille poi torna a ferir.
Viva viva il Davidde novello!
330nel suo brando dei cieli è la possa.
Preparate, africani, una fossa
al Golia, che qua venne a morir.
Tarde vittime Amilcare immola
al gran dio dell’ondosa Anfítrite.
335Come tauro piagato alla gola,
schizza fiamme e precipita al suol.
Cozza immensa de’brandi la lite;
tutto è morte, spavento, ruina;
fa la polve un’orrenda cortina
340fra i due campi e la faccia del sol.