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poesie patriottiche del Leopardi, a cui la sincera commozione non toglie di rimanere ben basse di fronte ai suoi capolavori, come la Canzone all’Italia, che si trova in tutte le antologie, mentre quasi nessuna offre quella vetta suprema della poesia leopardiana, che è il Pensiero dominante. Allo stesso Carducci la passione patriottica faceva velo al puro giudizio d’arte: il suono di quella corda gli faceva aprire le porte a cose ed artisti mediocri.
Il Prati, e pel carattere suo personale, e pel tempo in cui visse, si trovò esposto in grado massimo a queste contaminazioni dell’arte. Spirito semplice, facile, poco profondo, vivente felicemente nella esterioritá delle cose, pigro ad approfondire, trasmutandole in oggetto d’ispirazione, le sue languide melanconie e le sensazioni dei contrasti tragici della vita, egli era appunto predisposto a raccogliere di giorno in giorno quelle ondate delle passioni che si muovono alla superficie della vita; a riflettere come uno specchio limpido, ma poco profondo, i mutevoli colori del tempo. E il tempo, in cui passò la sua giovinezza e l’etá virile, era un’etá di preoccupazioni politicfle e sentimentali continuamente agitate dal mutarsi degli avvenimenti; il meno adatto quindi alla calma contemplazione estetica ed alla rifusione interna, nei fantasmi dell’arte, degli elementi e dei fatti della vita. Il Prati fu il virtuoso e l’improvvisatore, che si moveva tra la folla e che trovava, con facilitá imitativa e meccanica, l’espressione di una certa musicalitá tutta esteriore, ai pensieri e ai sentimenti di questa folla, trasfondendo in settenari, ottonari e decasillabi sonanti gli articoli patriottici e le vaghezze romantiche del giorno. E cosí acquistò una larghissima popolaritá, ed anche oggi — ed è questo che vogliamo rilevare per spiegare i criteri della nostra scelta — ciò che di lui viene subito alla mente, non sono le cose di reale valore intrinseco, ma quelle che rimasero nella memoria per il rumore che sollevarono alla loro apparizione; rumore che era dovuto a ragioni del tutto occasionali. Era quasi sempre, di fatto, poesia d’occasione, nel senso peggiore della parola, anche se la nobiltá dell’occasione sia fuori di questione.
Ma l’occasione grande, con le occasioni secondarie in essa contenute, passò. Con la costituzione dell’unitá nazionale si formò un nuovo ambiente, con altre preoccupazioni, altre passioni, altre direttive spirituali. E con essa passò il poeta; usci cioè dal cerchio luminoso della popolaritá, che l’aveva lino allora circonfuso; e sul declinare della sua vita si trovò, quasi all’improvviso, sperduto