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50E, qual da un’arpa immensa,
la melodia divina
esce, favella e pensa,
e ciò d’un sogno è il frutto.
N’è vero, Azzarelina?
55Dunque sogniam. Crudeli
son gli uomini e le sorti;
son solamente i morti
benevoli e fedeli,
e, dopo lor, la maga
60Natura, che incammina
quest’errabonda e vaga
nostra barchetta ai porti.
N’è vero, Azzarelina?
Sogniam. Di noi sorride
65chi numera e chi pesa;
ma la villana offesa
è scorpio che s’uccide.
Di lá dal nostro verno
quest’anima indovina
70l’aiuola e il fiore eterno,
che ai piú non s’appalesa.
N’è vero, Azzarelina?
piú son erbe uscite
da margine selvaggio:
75scabre, villose, al raggio
del sole inavvertite.
E il mandrian non falla:
le falcia e le destina
ai capri della stalla;
80e questo è il lor passaggio.
N’è vero, Azzarelina?