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E tu, Silfo, mi canta; e ne! viaggio
salvami da procella o masnadieri
sferza i cavalli, e coll’ardor d’un paggio
mordi del roseo pollice il liuto;
115o, se non vuoi, sta’muto,
ch’io giá so quel che pensi, o mio scudier.
Tu pensi che su morbido guanciale
d’odorate giunchiglie io giacerò;
e tu, acceso, qual sei, d’aura immortale,
120colle tue braccia mi farai catena,
e lá, di gioia piena,
come ò mio l’universo, io tua sarò. —
Cosí Mab, cantando, vola
co’ suoi corvi piccioletti:
125per gli arbusti il bianco spirito
curva l’ali e a lei fa vel;
spuntan fiori in ogni aiuola,
le falene e gli augelletti
son ridesti, e sotto l’eriche
130par che canti ogni ruscel.
Oh grandezze, oh maraviglie
della candida natura!
quando saltan gli scoiattoli
delle stelle allo splendor,
135ed un letto di giunchiglie
fa obliar la sepoltura,
e gii affanni si addormentano
nelle braccia dell’Amor!