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Elmi di ferro ed orride zagaglie
vennero, e i numi non sentir pietá.
E fu misto l’incendio alle battaglie,
e dalla verde tiberina valle
55le barbare cavalle
vidi lanciarsi sulla gran cittá.
E poi monaci e re chiusi neH’armi
sorsero, e in cima al mar mi balenò
la rossa croce; e di Siòn sui marmi
60gli emiri in pugna disperata ho visto
coi cavalicr di Cristo;
e, com’altro giá vidi, altro io vedrò.
Ma voi, stelle del del, voi foste, o rose,
voi, glauchi fiumi, il mio profondo amor;
65e, se patria o natal mi si nascose,
le verdi terre, i pampini fiorenti
e il sibilo de’ venti
e il lume ambrosio mi fu vita al cor.
Quaggiú secoli molti ho numerati,
70ma corallo m’è il labbro, ebano il crin;
e di me senza posa innamorati
sono i falchi dell’aria, i tersi fonti,
il frassino de’ monti
e il bianco silfo che mi sta vicin.
75Questo è il compagno mio. Spirito arcano,
sempre la notte e il di canta con me:
egli sai sul mio cocchio, e andiam lontano
lontano a interrogar boschi e caverne,
e delle cose eterne
80rapir qualcuna, io gentil dama, ei re.