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qualche stilla d’ambrosia e qualche nappo
di falerno si mesce; a’miei guanciali
55fuma ancor qualche rosa, e nel mio spirto
suona qualcun de’ vostri ilari canti.
Vivrem lontani dall’etá bugiarda,
conversando co’ prodi in Maratona
caduti o lá sul tessalo macigno
60per la gloria del mondo. E il di che gli occhi
mi chiuda morte alla saturnia luce,
voi, mercé dell’asil che vi profersi,
compagnerete l’ospite che vola;
e, coll’aura infinita e le infinite
65stelle confusi, troverem di novo
l’antico Olimpo.
Ché di qua cercarlo,
poveri numi, è inutile speranza.