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45Se le lepri a notte aperta
van danzando in gaio stuol,
o la pallida lucerta
cerca i sassi a’ rai del sol;
questi miei pellegrinanti
50fanno gli alberi stormir,
e dai rami arcani canti
si cominciano a sentir.
E poi van per la campagna
sui covoni al falciator,
55van seguendo alla montagna
la cornetta del pastor.
Van nell’ombra delle valli
con le late a conversar,
raccontando i freschi balli
60delle naiadi sul mar.
E van sempre, araldi eterni,
van lontano e piú lontan,
van dal cielo ai foschi averni
e van sempre e sempre van.
65O malcauti, a tanto volo
non fidatevi cosí:
qui nell’atrio afflitto e solo
io v’attendo e notte e di.
Non c’è guardia sui confini;
70procellosa è la stagioni
uccelletti pellegrini,
deh, tornate al mio balconi