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XXI
DICONO...
Contemporaneo e Postero son gente,
dicono, d’alto bordo e che ci vede:
e il primo è spesso un mariuol che mente,
e l’altro un ciuco che gli presta fede.
Batte la Morte, dicono, al potente
maniero e al casolar con equo piede:
ma il mortorio si fa diversamente
ai duo raccolti da diversa sede.
11Ver, dicono, alberga in camposanto:
e i’ non ho Ietto mai, come sull’urna,
tante vane bugie sparse di pianto.
Raggio c la Gloria, dicono, che splende
sul sasso ai morti. O lucciola notturna,
come altèro esser dee chi in man ti prende!
XXII
POVERO PAZZO!
Credi, povero pazzo, a la lusinga
de’tuoi verd’anni, e nella vita arriva;
né assai maravigliar s’altri dipinga
un averno, e un Olimpo altri descriva.
Per te la prova; e, se pietá guardinga
t’abbia in presidio, i due pittor tu schiva,
perché né troppe larve uno a te finga,
né di troppe, per l’altro, orbo tu viva.
Ma i tuoi verd’anni non chiamarli indietro,
povero pazzo: ché puot’esser grave
lorse ad essi ’l ritorno e a te la vista.
Prendi quel che t’è dato. È fior di vetro
nostra vita mortal quand’è soave;
ed or pensa che sia quand’ella è trista.