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IX

NATURA

Spiro intellettual, lume degli occhi,
verzura eterna dell’anima mia,
misterioso amor che dagli sciocchi
mai non si seppe o si saprá che sia;
o madre gloriosa, o madre pia,
se tu mi arrida o di tua man mi tocchi,
Natura, alta Natura, un’armonia
m’agita immensa; e, come strai che scocchi
da diva corda a innamorato segno,
a te vola il mio carme, e sue diverse
qualitá prende nel tuo santo regno;
e il mar divino, e le gioconde stelle,
c quant’altra bellezza in te s’aperse,
diventa un raggio delle mie favelle.

X

TRISTIA

Messer Giannozzo, come un’ombra passa
la figura del mondo; e noi siani vólti
verso quell’ora, che, sonando, squassa
non pure il nostro, ma l’ardir di molli;
e poco approda su la fronte lassa
portar rami di lauro in Ascra còlti:
sotto poca erba in un’angusta cassa
pur quei fregi superbi andrai! sepolti.
Né, come il fior che cade a mattutino,
sotto la falce del villan mietuto,
le corone dei re si salveranno.
Messer mio caro, un rigido destino
preme ogni cosa. Ond’io pensoso e muto
guardo al nulla che resta e ai dì che vanno.