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viii - canto d’igea 165


     Sul tramite beato
50però piú d’uno è vinto
per doloroso istinto
o iniquitá del Fato:
ma può levarsi pieno
di gagliardia divina,
55s’ei la sua testa china
nel mio potente seno.

     Dal sol che spunta e cade
a voi nella pupilla,
dall’aria che vi stilla
60il ben delle rugiade,
dai rivi erranti e lieti,
dal rude fior dei vepri,
dal fumo dei ginepri,
dal pianto degli abeti,

     65da ogni virtú che il sangue
e il corpo vi compose,
rispunteran le rose
sul cespite che langue;
e i liberi bisogni,
70che risentir si fanno,
nell’ombra uccideranno
le amare veglie e i sogni.

     Salvate, oimè! le membra
dal tarlo del pensiero.
75A voi daccanto è il vero
piú che talor non sembra.
L’uom, che lo chiese altrove,
dannato è sul macigno,
e lo sparvier maligno
80fa le vendette a Giove.