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164 xii - dall’«armando»


     a questi Igea dispensa
giocondi operatori
i candidi tesori
20del sonno e della mensa:
le poderose spalle
e i validi toraci
io formo a questi audaci
del monte e della valle.

     25Né men chi si periglia
coi flutti e le tempeste
del nostro fior si veste,
se il mar non se lo piglia:
né men chi suda in guerra
30porta le mie corone,
se, innanzi il dì, nol pone
lancia nemica in terra.

     Ma guai chi tenta il volo
per vie senza ritorni!
35Languono i rosei giorni
al vagabondo e solo.
Perche, mal cauti, il varco
dare alla mente accesa?
Corda che troppo è tesa
40spezza se stessa e l’arco.

     Dal dì che il mondo nacque,
io, ch’ogni ben discerno,
scherzo col riso eterno
degli árbori e dell’acque;
45e dalla bocca mia
spargo, volenti i numi,
aure di vita e fiumi
di forza e d’allegria.