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VI

LE PARCHE

La notte istessa in quel verzier di Roma
sceser tre dee, non so se dalle sedi
della luce o dell’ombra. Avea ciascuna
un telaio d’argento, e il piè di rosa
5premea la rota. E, mentre ogni pupilla
della terra e del ciclo in dolci sonni
dormia sepolta, le tre dèe, con voci
consce e compagne all’opra, ivan cantando.

prima parca


Questo universo invano
10per sé s’allegra e doler
esce di nostra mano
l’abito che lo abbruna o che lo adorna.
Giriam, giriam le spole
sul telaio d’argento in fin che aggiorna.
15La vecchia Notte è amica
della fatica onde fu ordito il Sole :
giriam, giriam le spole.