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Da me sovente aprile
ha i negri serti in don:
ma il sogno piú gentile
20d’Ero e di Saffo io scJn.
O in Léucate o in Abido
pianga notturno il mar,
fuma sul doppio lido
il mio sereno aitar.
25Due vite ha il folle e il saggio
ma invan le trae quaggiú,
se il mio celeste raggio
non le circonda piú.
Due morti ha l’uom: dell’una
30bianco e fiorito è il vel;
l’altra ha la veste bruna,
sparsa di nebbia e gel.
Piloti, in una barca,
l’Ade a trovar si va;
35ma chi con me non varca
la negra morte avrá.
Celeste, ma indiviso
dal vostro è il mio destin;
cerchiam, cerchiam l’Eliso,
40cinti di rose il crin.